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Poiché per il nostro cervello apprendere significa creare nuove connessioni e generare nuove vie di comunicazione tra neuroni distanti e aree sconnesse, possiamo domandarci che cosa favorisca questo processo nel nostro cervello e in che modo questo possa entrare a far parte dei processi e delle pratiche di:

–          formazione

–          change

–          feedback

–          problem solving

–          dialogo tra capo e collaboratore

Quali sono i meccanismi  che rendono le nuove connessioni ricche e forti, tali per cui l’apprendimento resti ben incollato nella memoria e facilmente accessibile? Che cosa riorienta e incide sul set di comportamenti e di soluzioni che applichiamo? Che cosa ci ingaggia e motiva ad apprendere ancora?

Intervistando alcuni neuroni posti in posizioni strategiche e cercando risposte dal cervello, si scopre che l’insight, ovvero quel momento conosciuto anche come “Ah-ah! Experience”, piace molto e funziona. Piace sia a noi come persone che al nostro sistema cerebrale.

La comprensione improvvisa che l’insight produce ci piace perché ci coinvolge, ci attiva e crea un cambiamento immediato nella visione generale di un sistema, consentendoci di stabilire velocemente nuove forme di associazione tra idee, di porre gli elementi in gioco in prospettive nuove e di darne nuove chiavi di lettura. Non è poco!

Dal punto di vista neuroscientifico, l’insight ha un effetto potentemente generativo sulle connessioni: da un lato infatti l’impatto emotivo dell’insight coinvolge l’amigdala, dall’altro si registra una forte attivazione anche  dell’ippocampo, e questo matrimonio tra amigdala e ippocampo è in grado di  produrre effetti di memorizzazione e apprendimento a lungo termine.

Inoltre l’esperienza di insight è caratterizzata dalla presenza di onde cerebrali gamma riscontrabili in momenti di massima performance (fisica e mentale) e profonda concentrazione. Una caratteristica di queste onde è la sincronizzazione della loro attività in vaste aree del cervello; inoltre sono associate ad una funzione di sintesi sistemica e coinvolte nella comunicazione tra gruppi di cellule nell’ippocampo.

Come se non bastasse, l’insight genera attivazione ed engagement e, per la sua portata motivazionale, vede coinvolto il reward system e la produzione di dopamina che ci dà piacere!

E poi?

Il processo formativo, di apprendimento e di cambiamento ha bisogno di questa energia per potersi poi rendere disponibile nella pratica di cambiamento in campo e le modalità attraverso cui questo può avvenire ci portano ad una riflessione generale sulle pratiche attraverso cui vengono forniti i feedback o viene sollecitato un cambiamento generativo in azienda.

Ci sono condizioni che creano presupposti per l’insight, per esempio lo stato emotivo e la relazione tra gli attori in campo, e condizioni che lo rendono utilizzabile, per esempio sollecitare riflessioni sull’intuizione per estenderla ai campi di operatività quotidiana nei quali un cambio di prospettiva possa corrispondere al dispiegamento di set comportamentali diversi.

Creare le condizioni per un miglior focus dell’attenzione e sollecitare domande, creare uno spazio e un tempo in cui le vecchie conoscenze e connessioni possano integrarsi con i nuovi apprendimenti sono alcune delle basi da porre per un ripensamento di diversi processi, da quelli formativi a quelli della relazione tra capo e collaboratore.

Finalmente lo dice anche la scienza, dopo che l’avevano già detto tutti.